Le performance dell’intelligenza artificiale e dei vari dispositivi tecnologici con cui interagiamo ogni giorno sono sempre più impressionanti. In un lasso di tempo velocissimo rispetto alla nostra capacità di adattamento, abbiamo sviluppato strumenti che modificano in profondità la nostra esperienza della realtà, la nostra capacità di elaborarla e le nostre forme di relazione. La macchina sembra essere sempre di più in grado di guidare al posto nostro, vedere al posto nostro, ricordare e apprendere al posto nostro, fare riassunti, traduzioni e testi al posto nostro… La quantificazione, gli algoritmi, i dispositivi di calcolo, valutazione, tracciamento, la riduzione del sapere a “dato” che possa essere “percorribile” per la macchina, si vanno sempre più diffondendo, non solo nelle attività quotidiane o in contesti tecnici, ma anche in quegli ambiti prima caratterizzati da un sapere “qualitativo”, “teorico”, “riflessivo”. Qualcosa che solleva grandi promesse ma anche grandi rischi. Al punto che – per seconda volta nella storia dopo la scoperta degli effetti dell’energia atomica – persino da molti operatori del settore arriva la richiesta di “tirare il freno a mano”…

Come cambia, a contatto con questi strumenti, il pensiero? Qual è l’impatto delle nuove tecnologie sul nostro modo di produrre e conservare il sapere? Cosa ne è di quella cultura umanistica che più aveva insistito sull’aspetto critico del sapere? Come si integra (e si disintegra) la filosofia in questo processo? A cosa servono il filosofo e l’umanista nell’epoca di chat GPT? Devono diventare digital humanist, traduttori di testi in tag e cifre, tecnici del sapere, o il loro compito è di avere una posizione critica, attenta a preservare l’umano? O devono stare “dentro” questi processi, sviluppando forme di apprendimento in grado di gestire questi strumenti ormai irrinunciabili?

Su tutto questo pensiamo ci si debba interrogare, cercando innanzitutto di intercettare le esigenze e i bisogni di chi si avvia alla didattica o alla ricerca nel bel mezzo di questa trasformazione.

Lunedì 25 marzo, ore 15
Digital/humanities: quando il sapere diventa dato
con Roberto Evangelista (CNR-ISPF) e Leonardo Pica Ciamarra (CNR-ISPF)

Lunedì 15 aprile, ore 15
Pensiero umano e intelligenza artificiale. Rischi, opportunità e trasformazioni sociali
con David Armando (CNR-ISPF), Sergio Bellucci, Giovanna De Minico (Università “Federico II” di Napoli) Andrea Ventura (Università di Firenze)

Martedì 28 maggio, ore 15
Calcolare, valutare… liberare o asservire?
con Luca Paltrinieri (Université de Rennes 1) e Valeria Pinto (Università “Federico II” di Napoli)

Tutti gli incontri si terranno nella Biblioteca dell’ISPF, presso l’Università “Federico II” in Via Porta di Massa.