22. Le muse, le maschere e il sublime. G.B. Vico e la poesia nell’età della “ragione spiegata”

L’originalità dell’approccio antropologico alla poesia e il ruolo gnoseologico che essa svolge nella Scienza nuova, l’ermeneutico richiamo del mito e il suo rapporto con la teologia sono i temi di questa ricerca, che sa controllare filologicamente i testi vichiani e la loro ricezione. Forte di una geografia culturale che sa coniugare l’urgenza dell’attualizzazione dei problemi alla solida erudizione, Lollini ci conduce con Vico verso Kant e Hegel, Dilthey e Nietzsche, Gramsci e Pavese.

E nella prospettiva antropologica della longue durée è tutt’altro che anacronistico connettere le proteste settecentesche di Vico contro la secolarizzazione della poesia con i dibattiti odierni sul postmoderno e sulla resistenza opposta dai valori poetici all’aridità dell’esistere. Alla risposta più istintiva e immediata delle generazioni più giovani, che mai come in questi tempi leggono, producono e chiedono poesia, Lollini affianca, attraverso Vico, un’analisi più consapevole di come si possa recuperare l’integrità umana originaria facendo riemergere gli strati profondi dell’ esperienza collettiva.

22. Le muse, le maschere e il sublime. G.B. Vico e la poesia nell’età della “ragione spiegata”

Autore: Massimo Lollini
Introduzione di: Andrea Battistini
Alfredo Guida Editore
Studi Vichiani, n. 22
Napoli, 1994
ISBN: 88- 7835- 234-9