Misurare la distanza. Note sul rapporto tra sguardo e verità nella filosofia moderna
La questione della vista riveste una particolare importanza in relazione al tema della verità: con la vista ci formiamo una rappresentazione del vero e proprio attraverso il modo in cui v~diamo un oggetto, lo giudichiamo vero. Descartes costituisce un momento cruciale di effettivo trionfo di una teoria cognitiva fortemente modellata sul piano oculare, e l’oggetto dell’intelletto si esprime come una verità invisibile in sé in quanto verità mentale. Se davvero “l’occhio vede senza discernere”, l’oggetto si moltiplica, si disgrega e, sottoposto alla visione individuale, diventa segno di qualcosa di preesistente e invisibile. E le apparenti qualità dei corpi, distanza grandezza e proporzione, vengono distorte da un’evidenza che non prova la verità di quel che si vede. Gran parte del lavoro della filo sofia contemporanea è stato dedicato a ri spondere alla questione cartesiana del rapporto dell’immaginazione con il corpo, a partire dall’inquietante lettura fou caultiana delle Meditationes. Il nesso particolare-universale che, da Aristotele alla modernità, scaturisce da una teorizzazione cognitiva legata a categorie visive e rappresentative viene preso a prestito dalla filosofia contemporanea per individuare l'”errore di Cartesio” e la mistificazione da questo ingenerata.
Index
Introduzione
Capitolo Primo
Un corpo che vede
Capitolo Secondo
Un corpo che immagina
Capitolo Terzo
Vedere secondo verità
Capitolo Quarto
Vedere lontano
Capitolo Quinto
Vedere e non vedere
Capitolo Sesto
Una visibilità senza enigmi
Indice dei nomi