L’inconsistenza spettrale della vita. La “meditatio mortis” in Ganivet e Unamuno
ciclo seminariale Sulle tracce di Rocinante
Un’inquietudine di fondo sembra attraversare la riflessione filosofica spagnola da Seneca sino alle sue più significative manifestazioni del Novecento, un’inquietudine che affonda le proprie radici nella drammatica consapevolezza della precarietà della condizione umana fatalmente segnata dalla inevitabilità della morte, dalla inconsistenza spettrale della vita. Da questo punto di vista, Ángel Ganivet e Miguel de Unamuno rappresentano di certo le figure più emblematiche, espressione non solo di quella ondata di pessimismo che investì gli intellettuali spagnoli all’indomani della disfatta coloniale del 1898 ma anche della crisi nichilista che abbracciò l’Europa sul finire del XIX secolo. Fu proprio questa crisi, vissuta a livello intimo e personale, che condusse Ganivet a concepire il suicidio come una forma di liberazione gnostica dalla materia e Unamuno a teorizzare il sentimento tragico della vita quale insanabile frattura presente nell’uomo tra lo scetticismo razionale della propria finitezza e il sentimento vitale di una insopprimibile ansia di immortalità.
Organizzato da:
ISPF-CNR
Modalità di partecipazione:
I seminari si svolgeranno in modalità ibrida presso la Biblioteca dell’ISPF sita in via Porta di Massa, 1. Napoli – 80133
Link al seminario:
Per info: armando.mascolo@ispf.cnr.it
Allegato: locandina