‘In prima linea’.Una breve riflessione sulla metafora bellica nella comunicazione sulla pandemia da coronavirus

Nel periodo della pandemia, Lucia di Pace e Rossella Pannain (docenti di Linguistica generale presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale) rilevano un’impennata nell’adozione, da parte di molti commentatori ma anche degli stessi scienziati, di metafore belliche nella narrazione dell’emergenza sanitaria (nemico invisibile, medici caduti, ecc.).

L’analisi viene condotta nel costante confronto con una terminologia, quella medica, che già in condizioni ordinarie si avvale di espressioni figurate desunte dal vocabolario militare, ma ormai lessicalizzate e non più percepite come traslati ( presidio sanitario, guardia medica, linfonodo sentinella, ecc.).

L’attenzione delle due studiose si concentra però soprattutto sulla riflessione metalinguistica svolta sulla carta stampata e online da diversi autori in interventi coevi alla quarantena, tutti accomunati dalla stigmatizzazione del termine guerra, usato per compattare e mobilitare un fronte contro il coronavirus.

[online 03/06/20]

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