Il contagio
Estratto di A. Vallisneri, Miglioramenti e correzioni d’alcune sperienze ed osservazioni del Signor
Redi, a cura di Ivano Dal Prete, Note biologiche di Andrea Castellani; C.F. Cogrossi – A.
Vallisneri, Nuova Idea del male contagioso de’ buoi, a cura di Mauro De Zan, Edizione
Nazionale delle Opere di Antonio Vallisneri, Opere edite (Serie II), Sez. I, Vol. 5,
Firenze, Olschki, 2005.
I Miglioramenti e correzioni d’alcune sperienze ed osservazioni del Signor Redi uscirono nel 1712 in coda al primo volume delle Opere di Redi, ma riprendevano e pubblicavano materiali presenti nei Quaderni di osservazioni, stesi dal 1694 al 1701. Il principale riferimento metodologico dei Quaderni fu il modello d’osservazione rediano e la loro principale finalità scientifica fu di confutare la tesi della generazione spontanea e, con essa, l’aristotelismo biologico.
Nella Nuova idea del male contagioso de’ Buoi del 1714 Carlo Francesco Cogrossi e Antonio Vallisneri intervennero nel dibattito che si era acceso a proposito delle cause dell’epidemia di epizoozia, o peste bovina, scoppiata nel 1711 e ancora in corso, con danni rilevantissimi per l’economia agricola del tempo. La tesi allora più diffusa fra i medici d’area galileiana e meccanicista era quella di una patologia prodotta da un effluvio velenoso di natura inorganica, che sarebbe passato da un animale all’altro. Cogrossi e Vallisneri sostennero invece l’origine microbica del contagio, immaginando cioè che dei vermicelli pestilenziali submicroscopici passassero da animale ad animale, provocando l’epizoozia.
L’ipotesi del contagio vivo come eziologia delle patologie epidemiche fu sostenuta soprattutto da argomentazioni teoriche. A favore di tale ipotesi Vallisneri fece valere il modello malpighiano (ma anche rediano), dell’analogia della natura, largamente condiviso dalla scienza della vita meccanicistica del tempo. Sulla scorta di questo principio e dell’asserzione dell’esistenza dell’infinitamente piccolo, operò inoltre un’estensione analogica delle cause delle parassitosi provocate da agenti visibili, come mosche e vermi, a quelle dei contagi epidemici, supponendo, per i microrganismi patogeni ipotizzati come causa dell’epizoozia bovina, caratteristiche morfologiche analoghe, quantunque miniaturizzate, a quelle dei vermi parassiti già studiati.
Nella Nuova idea Vallisneri non abbandonò però, almeno secondo il suo punto di vista, il modello empirico di ricerca naturalistica, ma lasciò emergere con maggiore evidenza la dimensione razionalistica ed interpretativa, che fu anch’essa una costante della sua riflessione scientifica.
[online 17/04/20]
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