A. Gallo, Lettere e osservazioni sui terremoti del 1783

Nella storia sismica del nostro paese il terremoto calabro-messinese del 1 783 resta memorabile per forza ed effetti distruttivi. Si fa però anche ricordare per il grandissimo numero di scritti che lo accompagnarono, redatti e pubblicati in quello stesso anno o al più tardi l’anno successivo: studiosi ed “osservatori” si preoccuparono di andare a vedere con i propri occhi, di raccontare, di capire.
Andrea Gallo era uno di questi studiosi: vide la sua “patria”, Messina, distrutta dal terremoto, si sentì tremare, condivise con i suoi concittadini paura, angoscia, dolore. Ma avverti anche il dovere di osservare e descrivere ciò che vedeva e sentiva: natura, forza ed effetti delle scosse, fenomeni atmosferici concomitanti. La sua testimonianza fu tenuta in alta considerazione, e i suoi testi a proposito del terremoto ebbero larghissima diffusione.
Qui si pubblicano le “Osservazioni fatte nel corso de’ Terremoti accaduti in Messina”, una “Lettera storico-fisica de’ terremoti di Calabria”, e otto Lettere scritte ad un ignoto corrispondente: la prima del 22 febbraio 1 783 – quindi a poca distanza dalle prime, terribili scosse – l’ultima del 5 luglio dello stesso anno. Una sorta di sequenza drammatica, sostenuta dalla forma epistolare, che ci restituisce insieme un vissuto doloroso ed un percorso di indagine scientifica, in cui dall’osservazione dei fatti, attraverso il confronto con fonti e teorie antiche e moderne, si giunge alla formulazione di un’ipotesi sulle cause del terremoto.

A. Gallo, Lettere e osservazioni sui terremoti del 1783

Curatore: Monica Riccio
Denaro libri
Cultura meridionale, vol. 4
Napoli, 2012