Le gesta di Antonio Carafa
Testo di scarsa fortuna, il De rebus gestis Antonj Caraphaei fu pubblicato, senza traduzione italiana, nelle canoniche sillogi vichiane ottocentesche (nella raccolta di Ferrari degli anni 1835, 1840, 1852 e 1860) e, nel Novecento, nelle raccolte del 1939 e del 1968 (quest’ultima, ristampa anastatica dell’edizione precedente inserita nella collana laterziana degli “Scrittori d’Italia”) di Nicolini, che già nel 1953 aveva pubblicato la traduzione di qualche brano. Solo nel 1978 Enrico De Falco ne diede la traduzione italiana e poi Giovanni Cassandro, nel 1980, curò la pubblicazione, postuma, della traduzione nicoliniana del De rebus.
Le difficoltà presentate dall’edizione critica di tale opera, in assenza di materiale manoscritto sia autografo che apografo e in presenza quale unico testimone certo dell’editio princeps del 1716 – della quale non esistono allo stato attuale esemplari ritoccati dall’autore, che pure la rivide e la mandò in dono a molti –, sono legate soprattutto alla restituzione di un testo latino emendato dai refusi e dagli errori vichiani, oltre che alla non facile impresa della fedeltà di una traduzione italiana al latino di Vico. Così in apparato si è tenuto conto delle emendationes vichiane, il cui codice è conservato, in discreto stato, tra le Carte Villarosa della Biblioteca Nazionale napoletana con collocazione XIX 42 fasc.II/3. In appendice al lavoro si presenta anche la canzone composta dal Vico per commemorare la morte di Antonio Carafa, pubblicata a Venezia nel 1693.
La Vitadel maresciallo Antonio Carafa, uscita alle stampe nel 1716, fu commissionata a Vico dal nipote Adriano Antonio Carafa, che nel 1696, cioè tre anni dopo la morte dello zio, ricevette da Vienna l’archivio privato del maresciallo e lo mise a disposizione del suo antico precettore come supporto biografico. Di questi documenti che Vico utilizzò per la sua opera storiografica, soltanto un volume si conserva ancora presso l’Archivio di Stato napoletano. Ma fonte ancora più preziosa alla quale Vico attinse per i riferimenti alle vicende della storia ungherese è risultato essere L’Istoria della Repubblica di Venezia in tempo della Sacra Lega Contra Maometto IV, e tre suoi Successori, Gran Sultani de’ Turchi di P. Garzoni, pubblicato a Venezia nel 1705 e presente presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.
Il testo a stampa in editio princeps è unico testimone sopravvissuto della stesura del De rebus; in forma manoscritta e autografa è conservato solo il codice delle Emendationes.
Il volume è corredato da un index locorum, che esplica le dizioni latine dei nomi geografici utilizzati da Vico; di un index nominum che fa anche funzione di index prosopographicus, e di un index rerum.