Si terrà il 10 maggio, in modalità ibrida, l’incontro dedicato alla figura di Giovanni Battista Venturi, parte del ciclo di conferenze intitolato “Storia e filosofia della scienza: tradizioni storiografiche e prospettive epistemologiche”, organizzato dall’Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispf) in collaborazione con il Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” dell’Università dell’Insubria.
Giovanni Battista Venturi fu il tipico esponente della Repubblica delle Lettere della fine del XVIII secolo: erudito, viaggiatore e collezionista, ma anche storico della scienza, fisico sperimentale e ingegnere idraulico. In questa sede sono proposte e discusse alcune chiavi di lettura del suo articolato profilo, ricorrendo agli strumenti dello storico e del filosofo della scienza. Roberto Marcuccio (Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia) parlerà de La formazione e gli studi di G.B. Venturi, introducendo alla sua figura con un breve profilo biografico e fornendo un esame del contesto della sua formazione, delle fonti disponibili su di essa, per concludere con un esame comparativo dei filoni di studio da lui successivamente coltivati. Pietro Daniel Omodeo (Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia) interverrà su Pratiche scientifiche e gestione delle acque a Venezia ai tempi della Rivoluzione Scientifica, sviluppando, sulla base dei documenti raccolti da Venturi circa la sistemazione idraulica del fiume Brenta e la laguna di Venezia (conservati presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia) alcune considerazioni sia storiche sia epistemologiche e sociologiche relative alle pratiche scientifiche della gestione delle acque veneziane nella prima età moderna. Cesare S. Maffioli (Membro effettivo della Académie Internationale d’Histoire des Sciences, Parigi) illustrerà il Venturi trascrittore, traduttore e interprete di testi di Leonardo da Vinci sul moto delle acque, suggerendo una riflessione sulla nuova immagine di Leonardo proposta da Venturi nell’Essai a partire dallo studio che questi condusse sui codici leonardiani, un lavoro nel quale, come mostrano i testi sul moto e l’azione delle acque da lui trascritti, tradotti e commentati, egli seppe unire erudizione e scienza.